INTRODUZIONE
Sembra che da qualche tempo l’approccio deterministico di impostazione darwiniana stia finalmente lasciando il passo all’ Educazione come processo modulante e trasformativo della risposta fenotipica che nella visione della moderna Epigenetica consente di superare l’illusione di certezze legate alle scoperte di Rosalinde Franklin e diffuse da Watson e Crick riguardo alla doppia elica del DNA. Infatti, per dirla con Reuen Feuerstein “il DNA non ha l’ultima parola” a proposito della Disabilità cognitivo-affettiva, nella consapevolezza ormai acclarata che il progetto pedagogico ed il processo educativo sono spesso più determinanti di quanto geneticamente inciso.
Infatti stiamo assistendo con entusiasmo ad un nuovo lamarkismo attraverso la consapevolezza che giunge dagli studi epigenetici sappiamo quanto la richiesta emozionale che ambiente esercita soprattutto attraverso l’interazione psico- e neuro- motoria è fondamentale per decidere del nuovo individuo.
Anima e Corpo che sono una cosa sola nella dimensione ebraica, nella Paideia greca invece pur avendo una imprenscindibilità funzionale, ricevevano attenzioni e percorsi diversi e così sono giunti fino a noi, quindi la progettualità di un approccio globale medico-pedagogico riguarda allora il recupero di una dimensione olistica, globale, che attraverso la conoscenza reale trasversale e condivisa diventi appartenenza, consapevolezza, trascendenza.
Il genotipo è solo una piccola parte di quello che l’Educazione può far esprimere ad ogni organismo nella dimensione fenotipica richiesta appunto dalle prassi di Educazione psicomotoria.
Si attuerà prevenzione e si cureranno sintomi e sindromi psichiatriche, di etiologia emotivo-cognitiva ed affettivo-relazionale con il “movimento” giusto ed integrato ed in molti casi si sostituiranno gli psicofarmaci con progetti personalizzati che ricongiungano attraverso il movimento, l’individuo al gruppo e la corporeità alla sua armonia, offendo amine biogene endo-prodotte (endorfine) al posto di psicolettici ed analettici, tranquillanti minori e maggiori e stabilizzanti dell’umore. Tale visione educativa, contestualizzata in un Modello appunto di impostazione medico pedagogica è frutto di una appassionata necessità di evoluzione trasversale che nasce da una consolidata conoscenza medico-legale prima (conoscenza appunto delle “conseguenze del fallimento educativo divenuto poi disagio e malattia mentale”) e successivamente neuropsichiariche (conoscenza del “fallimento educativo precedentemente attuato”) con approdo obbligato alla dimensione pedagogica quale unica verità che in modo imprescindibile possa garantire, se messa in pratica sempre e da subito, di abbattere realmente il rischio emozionale, affettivo e dissociale sia in età evolutiva prima che nell’adulto.
Infatti nella cornice di un approccio educativo efficace alla Prevenzione primaria si colloca la Medicina integrata funzionale come dimensione olistica che unisce appunto l’Educazione quale grande patrimonio di Prevenzione primaria e quindi riduzione del rischio attraverso acquisizioni di prassi eccellenti di vita, di relazione e quindi di aggregazione.
La pratica della integrazione motoria che oltre che appunto neuro-muscolare diventa psico-emozionale e quindi neuro-psico-motoria.
I potenti strumenti effettori che dal Sistema nervoso periferico portano al Sistema limbico, alla centralità neuro-trasmettitoriale delle amine biogene e del feed back che si instaura fra movimento e Funzioni psichiche riporta alla necessità di importanti riflessioni riguardanti non solo lo sviluppo armonico in generale ma soprattutto la stessa natura, la prevenzione e la “cura” di molti Disturbi e Sindromi mentali considerate poi solamente Malattie mentali una volta che si sono già sintomatologicamente strutturate se è venuto a mancare, o a fallire, un adeguato e corretto progetto pedagogico ed il percorso emotivo-motorio quale sostrato educazionale preventivo per creare quell’ambiente ove l’ Educazione alla Salute attraverso la pratica del Benessere già offerto, attraverso Modelli identitari valoriali, dagli adulti, poi condivisi e diffusi dalle Agenzie di Formazione primaria (famiglia, scuola, luoghi di aggregazione sociale e culturale, mass Media, Social networks e la Politica interna ed estera dello stesso Stato in cui si vive, sin dall’ infanzia e dall’ adolescenza sono portati a trasmettere in modo più o meno consapevole.
Decodificare questa trasmissione rendendola efficace e realmente orientata ad una maturazione emozionale ed affettiva verso la relazione, la reciprocità, la prosocialità e la cittadinanza attiva diventa obbiettivo prevalente di ogni possibile impegno coerente e di ogni energia coerentemente investita in un senso pedagogico epurando quando messo a disposizione della “fragilità che assorbe contenuti formativi” da quella caotica moltitudine basata su gradienti di investimento basati su vantaggiosità speculativa ed economica anziche su conoscenza e principi etico-pedagogici.
L’ Educazione psicomotoria attraverso l'azione e del corpo consente uno sviluppo armonico della Personalità e dell’identità del bambino favorendo la crescita armoniosa delle sue potenzialità sia a livello affettivo che motorio e cognitivo-relazionale. La reciprocità di movimento attraverso le simmetrie di armonizzazione degli emisomi consentono di coniugare la dominanza emisferica controlaterale con il singolo emisoma, attraverso la decussazione delle piramidi.
Si rimanda a nozioni propedeutiche di Anatomia e fisiologia del Sistema nervoso centrale che consentono di meglio comprendere i domini sensoriali e le afferenze motorie della Corteccia cerebrale e sopratutto dei rapporti della parte anteriore di questa (Neo-Cortex) con le strutture sottostanti più arcaiche ed ereditate dagli ordini inferiori che hanno preceduto la Specie umana nella scala evolutiva e che insieme alle Amigdale, agli Ippocampi e all’ Ipotalamo, costituiscono quell’ importante Sistema di selezione dei comportamenti verso quelli a maggiore percentuale di rinforzo rappresentato appunto dal “Sistema limbico”. Tali strutture poi sono fondamentali per comprendere il rapporto che attraverso le emozioni si crea fra l’ “infinitamente grande” del grande mondo sensoriale esterno e l’”infinitamente piccolo” che attraverso la senso-percezioni e le Funzioni psichiche diventa poi tutta la cascata di eventi definibile dal punto di vista appunto neuro-psico-endocrino-immunitario (PNEI) caratterizzerà tutta la vità della Persona e della sua Personalità, nella ciostruzione auxiologico dell’ accrescimento ma anvhe e soprattutto della sua sussistenza di benessere psico-fisico e cognitvo-affettivo-relazionale e sociale. Le alternative di una inadeguata impostazione neuro-psico-motoria diverranno per tutta la vita prerogative di fragilità, vulnerabilità psico-fisica e spesso dissocialità.
Per comprendere vanno inquadrati lo sviluppo psicomotorio ed i fattori che incidono positivamente o negativamente su di esso. Tra i fattori positivi grande importanza è rappresentata dal gioco, il teatro nel quale il bambino esprime liberamente e pienamente se stesso tramite il movimento e tutte le altre forme espressive. Attraverso il gioco il bambino sperimenta il proprio corpo dal punto di vista motorio ma anche come mezzo di comunicazione per esprimere i propri sentimenti ed emozioni ed entrare in contatto con gli altri senza ovviamente dimenticare l’influenza del contesto e dell’interazione con gli altri. Quindi diventa importante parlare dell’importanza del gioco nell’infanzia, del valore del gioco per il bambino, delle finalità e le caratteristiche e dell’atto educativo attraverso il gioco.
- Titolare: Matteo Villanova